| 
       | 
    
      | 
      “Si definisce 
      sovralimentazione l’operazione mediante la quale si precomprime l’intera 
      (od una parte della) carica fresca al di fuori del cilindro di lavoro, con 
      lo scopo di aumentare la massa di aria o miscela che un motore riesce ad 
      aspirare per ogni ciclo” (G. Ferrari, Motori a combustione interna).  | 
    
      | Composizione 
      Turbocompressore | 
    
      | 
       Il 
      turbocompressore 
      e' in sostanza una pompa accoppiata ad una turbina. La pompa chiamata compressore (C.) che ha il compito di pompare il fluido 
      che nel nostro 
      caso e' l’aria, e' costituita da una girante e da una chiocciola di 
      raccolta del fluido.
 La girante del C prende il moto da un alberino a sua volta azionato dalla 
      turbina (T)
     
      La turbina  (T.) e' di forma analoga al C .
 L’alberino assialmente collegato al C e alla T fa si che questi due girino 
      ai medesimi g/m.
 L’alberino inoltre ruota su dei cuscinetti volventi o a sfere all’interno 
      del carter :un corpo cilindrico che ne permette la lubrificazione ed il 
      raffreddamento.
 Il compito della T. e' quello di trasformare l’energia termocinetica dei 
      gas di scarico in energia meccanica ,quello del cmpressore e' quello di 
      trasformare l’energia meccanica per ottenere aria compressa.
 Le dimensione del C. e del T. come pure le loro proporzioni nonché i 
      profili delle giranti ne determinano il campo operativio. Queste macchine 
      operatrici sono di tipo asso-radiali.
 Ossia accoppiano una sezione con un funzionamento assiale ad uno
 radiale .
 o modo 
      di parlarne
 | 
    
      | Funzionamento | 
    
      | 
      
      In pratica, mediante un compressore, l’aria 
      viene immessa nei cilindri ad una pressione superiore a quella 
      atmosferica; ciò permette che una maggiore quantità di combustibile, 
      proporzionale all’ aumento di densità dell’aria precompressa, possa venir 
      bruciata all’interno del cilindro. Come risultato si ottiene un incremento 
      della potenza specifica ed un miglioramento del  rapporto peso/potenza di 
      un dato motore.   
      Per comprendere meglio come la 
      sovralimentazione permetta di ottenere un aumento di potenza, si ricordi 
      come per un motore a quattro tempi (dove un ciclo completo viene compiuto 
      con due giri di manovella, corrispondenti a quattro corse del pistone)
         Si 
      noti come a parità di cilindrata unitaria, due siano le strade 
      perseguibili per l’innalzamento della potenza: la prima è innalzare il 
      numero di giri, strada seguita dai motori aspirati, con la  conseguente 
      ricerca di un alleggerimento delle masse in moto per ridurre l’inerzia; la 
      seconda è incrementare la pressione media effettiva ed è proprio 
      quella seguita dai motori sovralimentati. 
        
      La sovralimentazione permette di aumentare 
      la densità dell’aria (essendo la densità data dal rapporto massa/volume, 
      ad un aumento della massa si ha un aumento di
      r) 
      ed il coefficiente di riempimento (all’apertura della valvola di 
      aspirazione, i gas residui della combustione vengono compressi dalla 
      carica fresca che quindi può occupare un volume maggiore con un 
      conseguente miglioramento di l): di 
      conseguenza sia la pressione media effettiva che la potenza utile 
      effettiva si accrescono.  
      La sovralimentazione presenta anche altri 
      vantaggi, quali il miglioramento del rendimento del motore (attraverso un 
      miglioramento del processo di combustione), cosa ancora più evidente nei 
      motori Diesel, dove si riesce a ridurre il ritardo di accensione, la 
      riduzione delle emissioni di particolato ed una combustione più graduale 
      che permette di avere un motore dal funzionamento più silenzioso.  
      Tra gli svantaggi si ha un aumento dei 
      carichi meccanici (determinato dalla maggiore pme) e termici. 
      Inoltre, per i motori ad accensione comandata, si verifica la detonazione 
      con il conseguente “battito in testa”: ciò perché una parte della miscela 
      si trova in condizione di autoaccendersi ancor prima di essere raggiunta 
      dal fronte di fiamma regolare.  
      Proprio per ridurre questi  inconvenienti, 
      i motori sovralimentati presentano un rapporto di compressione inferiore a 
      quello degli aspirati. La riduzione del rapporto dì compressione determina 
      la riduzione dei picchi di pressione e delle temperature massime 
      sviluppate durante la combustione entro i limiti tollerati dal motore, 
      consentendo di aumentare pressioni e temperature medie effettive del 
      ciclo.In tal modo si ottengono aumenti di potenza, coppia e carichi meccanici 
      medi, mentre si diminuiscono le punte di carico massimo sugli organi in 
      movimento.
 
      Ora che qualche elemento teorico è stato 
      chiarito ci si può chiedere: come realizzare la sovralimentazione?  
      I due metodi più utilizzati sono il 
      compressore volumetrico ed il turbocompressore, mentre un terzo, il 
      Comprex, non viene  utilizzato.    | 
    
      | Compressore 
      Volumetrico | 
    
      | 
       Il compressore volumetrico è costituito da due lobi che 
      comprimono l’aria all’aspirazione; esso viene azionato direttamente 
      dal motore tramite una trasmissione a cinghia o a catena. Il vantaggio 
      principale di tale soluzione è che, essendo il compressore centrifugo, 
      azionato dal motore, la sovralimentazione è attiva già a basso numero di 
      giri: per questo motivo tale soluzione ha conosciuto una certa diffusione 
      nei rally. Lo svantaggio principale di tale soluzione è l’assorbimento di 
      potenza ai danni del motore.   | 
    
      | 
      Considerazioni | 
    
      | 
      Un'altra cosa da curare è lo scarico della turbina .
      Dalla turbina in poi è’ bene che il flusso dei gas non sia ostacolato: :il 
      turbo funziona a salti di pressione (fra la
 mandata e lo scarico)la presenza di una contropressione limiterà la 
      possibilità di sfruttare appieno l’energia dei gas.
 In questi ultimi anni tutte le motorizzazioni sia diesel sia a benzina 
      usano un catalizzatore onde abbattere gli inquinanti inoltre le
 più restrittive norme contro l’inquinamento acustico hanno imposto l’uso 
      di marmitte più restrittive tutto ciò comporta una
 perdita di rendimento delle turbine.
 Può in una certa misura compensare queste perdite l’uso di un diffusore 
      allo scarico della turbina ,questo infatti causerà una
 aumento della velocità dei gas (non della massa) ed una diminuzione della 
      temperatura e quindi della pressione aumentando
 al contempo il salto di pressione.
 E’ pure utile (apprezzabile soprattutto ai bassi regimi) la realizzazione 
      di sistemi che limitino il reflusso dei gas di scarico dal collettore di 
      scarico ai cilindri :la presenza della turbina infatti crea una 
      contropressione allo scarico (delle onde di pressione) che crea appunto il 
      riflusso.
 Questo è evitabile (o almeno limitabile) realizzando dei voluti salti fra 
      la testata (lato scarico) ed il collettore asportando da quest' ultimo una 
      quota di corona circolare e raccordandola dolcemente al proprio diametro 
      nominale.
 Questo è applicabile un po’ ovunque : fra il collettore di scarico e la 
      turbina e all’uscita della turbina compatibilmente con l’eventuale 
      presenza del diffusore) e sul lato aspirazione.
 La realizzazione degli anti-riflusso lato aspirazione è’ utile soprattutto 
      in caso di forte anticipo nell’apertura della valvola di aspirazione.
 Questi accorgimenti migliorano la trattabilità del propulsore donandogli 
      una maggiore corposità e consistenza sin dai minimi regimi di rotazione, 
      con una più dolce entrata in coppia del
 motore, anche se questo può provocare una diminuzione della massima 
      potenza erogabile stimabile in circa il 2%.
 Occorre prestare attenzione alla carburazione del motore dopo 
      l’effettuazione di questi lavori infatti la fluidodinamica del motore 
      viene stravolta, e sopratutto nei motori ad iniezione è probabile che si 
      debba correggere la fase di iniezione per evitare che la miscela carburata 
      non fuoriesca dal cilindro attraverso le valvole di scarico creando 
      pericolosissimi smagrimenti.
 Non so se i propulsori ad iniezione catalizzati (dotati di sistema 
      autoadattivo) siano in grado di compensare e correggere i parametri di 
      anticipo .
 Pure l’anticipo di accensione necessita di essere corretto infatti i tempi 
      mappati nella centralina sono frutto delle condizioni operative del 
      motore.
 Ma se la centralina è in grado di autoadattarsi alle nuove caratteristiche 
      operative del motore tempo qualche decina di chilometri effettuati nelle 
      più svariate condizioni operative del motore ( va escluso comunque il 
      range di potenza massima che puo' richiedere degli aggiustamenti di 
      carburazione ed accensione) esclusa la massima potenza con l’acceleratore 
      tutto aperto) ,il risultato sarà una erogazione che farà esclamare .
 Anche la valvola a farfalla del motore potrebbe richiedere degli 
      aggiustamenti o addirittura la sostituzione con una più grande che 
      permetta causa minore perdite di carico un maggior afflusso d’aria al 
      motore.
 E’ altresi’ importante il suo perfetto allineamento all’asse del condotto 
      e la totale assenza di oscillazioni.
 E’ pero’ inutile intervenire in questo punto se i condotti di aspirazione 
      sono sottodimensionati, ma è di fondamentale importanza quando si sono 
      lavorati questi ultimi e se sono state maggiorate le valvole ,insomma in 
      tutti i casi in cui si è migliorata la fluidodinamica degli stessi.
 Nel migliore dei casi una riprofilatura al top della valvola a farfalla 
      può dare incrementi di potenza anche del +5/10%.
 Per riprofilatura al top si intende  rendere aereodinamica la farfalla  
      assottigliandola ,riducendo il balestrino (ma senza indebolirlo), ed 
      eliminando le viti.
 La riprofilatura della farfalla non richiede la rivisitazione dei 
      parametri della centralina  ;al contrario la sua sostituzione con una dal 
      diametro maggiore permetterà a pari percentuale di apertura (intesa come 
      angolo) un maggiore afflusso d’aria e poiché la centralina gestisce 
      l’arricchimento in fase di progressione tramite un potenziometro che ne 
      misura l’apertura si ritroverà a gestire parametri a lei sconosciuti, 
      occorrerà quindi una riprogrammazione dei parametri.
   | 
    
      | L' 
      Intercooler | 
    
      | 
       
      L’aria compressa in uscita dalla 
      girante del compressore ha una temperatura di più di 80°: per questo 
      motivo l’aria compressa, prima di essere immessa nel motore, viene 
      raffreddata per mezzo di uno scambiatore di calore aria/aria, altrimenti 
      detto intercooler. I vantaggi della post refrigerazione, in termini di potenza, sono  
      quantificabili 
      empiricamente: una diminuzione di 10 
      °C crea un aumento della massa volumica dell’aria pari al 3% a cui 
      corrisponde un incremento di potenza pari al 3,5%.    
      L'innalzamento della temperatura dell'aria 
      è determinato dall'introduzione di attriti da parte del compressore.
      Questa quota di attriti (lavoro speso in più) comportano una 
      trasformazione isobara (a pressione costante), che va a sommarsi al lavoro 
      "adiabatico".
 La presenza dell'intercooler nell' impianto di sovralimentazione comporta 
      anche questa volta una trasformazione isobara
 
      r2/r1=T1/T2                 dove   r2 e' la densità dell'aria dopo la 
      trasformazione 
      r1 è la densità 
      dell'aria prima della trasformazione   (1.29 alla temperatura di 0°C ad 
      1Atm)
 T2 è la temperatura 
      dell'aria dopo la trasformazione (temperatura in °K)
 T1 è la temperatura 
      dell'aria prima della trasformazione (temperatura in °K)
 quindi  
      r2=T1/T2*r1  
      esempio: se la temperatura in uscita dal compressore e' di 150°C e l'intercooler e' 
      capace di portarla a 50°C e si ipotizza una densità dell'aria in uscita 
      dal compressore di r150°=2.5 
      si ha:
 
      r50°=(150+273)/(50+273)*2.5=3.27  la densità 
      dell'aria è aumentata considerevolmente e con essa la potenza:  
      r50°/r°150=1.308  densità +30.8%
      potenza +30.8%
 rispetto allo stesso motore privato dell'intercooler.
 
      Purtroppo non è facile calcolare la densità dell'aria all'uscita del 
      compressore a meno che non si conoscano i rendimenti dello stesso.
      Infatti calcolarla con le relazioni adiabatiche o limite portano a degli 
      errori grossolani (non si tiene conto degli attriti e quindi del lavoro 
      speso in più).
 La soluzione è quella di misurare le temperature (con apposite sonde) di 
      ingresso ed in uscita dal compressore.
 La differenza di temperatura fra la mandata e quella calcolata dalla 
      adiabarica assieme al volume trattato rende calcolabile il rendimento del 
      compressore.
 Va da se che l' intercooler deve essere delle massime dimensioni possibili 
      e correttamente ventilato.
 La misura della temperatura aria a valle dello stesso da delle corrette 
      indicazioni in merito al suo dimensionamento e dimensionamento e 
      posizionamento.
   | 
    
      | Detonazione e 
      Preaccensione | 
    
      | I 
      fenomeni più pericolosi per un propulsore sono la detonazione e la 
      preaccensione nelle quali si può  incorrere innalzando la pressione di 
      sovralimentazione.
      Questi due eventi causati da una PME e da una temperatura in camera di 
      scoppio eccessivi possono portare alla distruzione del motore in pochi 
      secondi.
 Premesso questo ogni sistema atto a scongiurarla e' benvenuto.
 Le tecniche possibili sono tante: si va dalla decompressione del motore 
      all'uso di benzine speciali,passando anche per una drastica riduzione 
      degli anticipi di accensione.
 Tutti i sistemi enunciati hanno dei pro e dei contro.
 La decompressione del motore comporta un discreto esborso economico,come 
      pure l'uso di benzine speciali che possono arrivare anche a 20.000 lire al 
      litro.
 La diminuzione dell'anticipo dal canto suo determina una diminuzione del 
      rendimento termodinamico,con conseguente diminuzione della potenza 
      peggioramento dell'erogazione ai bassi regimi e peggioramento dei consumi.
 Un altro sistema e' quello di diminuire la temperature in camera di 
      scoppio e diminuire la richiesta ottanica del motore tramite l'iniezione 
      d'acqua nel motore che comporta un estrazione di calore notevole e che 
      verrà trattata più avanti.
 Il  problema potrebbe essere limitato usando candele dalla gradazione 
      termica più fredda ;dico potrebbe perché potrebbe essere causata anche da 
      punti caldi nella testata ad esempio bave di fusione che diventando 
      incandescenti provocano l’accensione della miscela prima dello scoccare 
      della scintilla , ma potrebbe pure essere causata da una eccessiva 
      velocità di compressione del pistone causata da bielle troppo corte.
   | 
    
      | L' Iniezione 
      d'Acqua | 
    
      | La 
      soluzione peraltro impiegata con grande successo nella F1 nell'era dei 
      1500turbo e tuttora (senza poterne fare a meno) nel campo di rallye gruppo 
      A e WRC sta nell'iniezione d'acqua all'interno del motore.
      il principio su cui si basa sta nell'estrazione di calore che l'acqua 
      comporta in camera di scoppio durante la sua evaporazione,e nella 
      diminuzione della richiesta ottanica del motore che ha in presenza di 
      umidità nell'aria.
 Il 
      principio e’ semplice: la nebulizzazione dell’acqua nei condotti di 
      aspirazione del motore; quest’acqua  nebulizzata entrando nella camera di 
      scoppio evaporerà assorbendo una certa quota di calore (proporzionale alla 
      sua quantità) che allontanerà i problemi sopra esposti.
      
       Un altro bonus dovuto a questa applicazione è l'effetto "pulivapor" che 
      l'acqua determina in camera di scoppio con la costante azione pulente su 
      pistoni,valvole e testata che questa esercita.
 Per la sua realizzazione base e’ necessario munirsi di una pompa per 
      l’acqua capace di pressioni superiori di almeno 2bar a quella di 
      sovralimentazione ,di tubi in teflon ,di un ugello da applicare sul 
      condotto di alimentazione aria del motore ,di un filtro per l’acqua , di 
      un pressostato tarabile e di una tanica per l’acqua.
 Le dimensioni dell’ugello vanno provate di volta in volta ma può essere 
      indicativo un diametro di 0.3-0.7 mm.
 Questo sistema base permette l’erogazione dell’acqua al superamento del 
      limite impostato sul pressostato, ma la portata sarà costante (o un po’ 
      decrescente al crescere della sovralimentazione).
 Il passo successivo e’ quello di rendere  l’erogazione dell’acqua 
      proporzionale alla pressione di sovralimentazione e meglio ancora anche al 
      numero di giri del motore magari collegando il tutto all’eventuale 
      debimetro.
 Può essere parecchio utile dotare il serbatoio dell’acqua di un 
      galleggiante per segnalare la riserva, di una serie di diodi LED
 che segnalino l’entrata in funzione dell’impianto.
 L’aggiunta all’acqua di una percentuale variabile da0% ad un massimo del 
      50% di alcool metilico o etilico aumenterà la potenza
 del motore allontanando al contempo possibili detonazioni.
 Quanto questo impianto consenta di aumentare la potenza del motore non e’ 
      facilmente stimabile, ma per dare un esempio una tipica vettura come la 
      Renault R5 GT TURBO in condizioni normali presenta detonazione con 
      pressioni della turbina intorno a 1.2 bar , con l’adozione della iniezione 
      d’acqua e’ possibile spingersi nei casi migliori anche a 1.8-2.0 bar , e 
      considerando che a queste pressioni la turbina originale (GARRETT T2) e’ 
      parecchio fuori dal suo campo ottimale di funzionamento quindi con 
      temperature di mandata aria elevatissime e’ facile supporre che adottando 
      un turbocompressore maggiorato ed un adeguato intercooler si potrebbero 
      adottare pressioni ancora più elevate.
 Uso il condizionale poiché con quelle pressioni sicuramente la guarnizione 
      di testa non resisterebbe per molti minuti!
 
      N.B.  
      Nonostante su certa editoria specializzata venga proposto il montaggio 
      dell’iniettore a monte del compressore quale sistema pratico ed economico 
      , voglio mettere in guardia coloro che si facciano tentare.
      Personalmente ho adottato questo sistema attirato dalla sua estrema 
      semplicità (si evitano le pompe a pressione e si utilizzano quelle dei 
      lavavetri), ma il suo uso ha decretato la distruzione della girante del 
      compressore, infatti seppur correttamente nebulizzata l’acqua incontrando 
      le palette della girante che ricordo possono raggiungere anche i 200.000 
      g/min con velocità periferiche elevatissime si comporta come un corpo 
      solido erodendo alla lunga il prezioso componente.
 
 | 
    
      | Blow By | 
    
      | 
      Durante il funzionamento del motore causa trafilamenti dei gas combusti in 
      camera di scoppio attraverso le fasce elastiche si
      può avere nel 
      basamento un aumento (specie in presenza di forti sovralimentazione e di 
      motore consumato) un innalzamento 
      della pressione che 
      causa un accentuato passaggio di olio attraverso fasce  e guidavalvole in 
      camera di scoppio aumentando la
      possibilità che si 
      verifichi la detonazione.
      Inoltre causa l’elevata pressione che può raggiungere diversi bar possono 
      sorgere problemi di lubrificazione anche per la turbina, infatti lo 
      scarico dell’olio di questa avviene generalmente per caduta in coppa ,ma 
      se vi e’ una elevata pressione questa può
      creare problemi al suo 
      normale fluire.
 E’ importante quindi  migliorare lo sfiato del basamento o realizzarlo 
      ex-novo.
 In genere la differenza fra un impianto mediocre ed uno ben realizzato è 
      quantificabile in 2-4CV.
 In genere è sufficiente allungare il tubo di sfiato originale e portarlo 
      ad un serbatoio di raccolta di circa 1 Lt  usando tubi del
      maggior diametro 
      possibile ,Il serbatoio e’ bene che si trovi il più in alto possibile 
      compatibilmente con lo spazio disponibile .
 Il serbatoio non deve essere ermetico bensì deve a sua volta scaricare i 
      vapori tramite un altro tubo (medesimi diametro) o
 verso l’aspirazione del motore o in aria aperta (gli ecologisti 
      inorridiranno).
   | 
    
      | Consigli e 
      conclusioni | 
    
      | Nel 
      preparare un motore turboalimentato e’ importante considerare la sua 
      destinazione d’uso ,bisogna distinguere infatti l’uso in competizione da 
      quello di un appassionato che comunque usa l’auto per spostarsi; in quest’ultimo 
      caso infatti e’ inutile avere un motore con un botto di cavalli ma 
      inguidabile nel traffico cittadino, e ancor peggio un motore che e’ poco 
      affidabile. 
      Per migliorare quest’ultima oltre a non esagerare con la pressione di 
      alimentazione cosa che per altro richiederebbe l’adeguamento di 
      guarnizione testa, prigionieri testa impianto di raffreddamento e di 
      lubrificazione adeguati, e’ utile munire la propria vettura di una serie 
      di strumenti di monitoraggio del motore cosa che farebbe rassomigliare 
      l’abitacolo alla cabina di guida di un aereo a reazione.
 Benvengano quindi :un termometro per il controllo dei gas di scarico che 
      non dovrebbero mai superare gli 850°C,monitorare la temperatura dell’olio 
      motore (quando l’auto non ne sia già provvista),temperatura aria 
      sovralimentazione, lettura della sonda lambda per il controllo della 
      carburazione (la tensione dovrebbe aggirarsi intorno gli 0.8-0.9 V alla 
      massima potenza).
 Per quanto possa sembrare strano pure i cavi candela hanno la propria 
      importanza infatti causa dispersioni possono verificarsi delle mancate 
      accensioni  e con certe pressioni la quantità di benzina e’ tale da lavare 
      i cilindri e provocarne il grippaggi ,senza contare poi le esplosioni che 
      si verificherebbero a livello di collettori o catalizzatre.
 Quindi sempre al massimo della loro efficienza meglio se di quelli 
      siliconici.
 Nonostante si sia già affrontato il discorso sulle candele ritengo 
      opportuno ripetere l’importanza della corretta scelta del loro grado 
      termico.
 Inoltre esistono varie configurazioni di elettrodi proposti dalle varie 
      case produttrici anche qui’ si possono ottenere dei miglioramenti 
      effettuando opportune scelte.
 Ancora sulle candele e sugli impianti di accensione si puo' dire che in 
      caso di livelli di sovralimentazioni particolarmente elevati possono 
      sorgere problemi di accensione (misfire).
 La specialità dei dragster affronta giornalmente queste problematiche che 
      vengono aggirate con impianti di accensione capaci di sviluppare tensioni 
      doppie e triple rispetto a quelli della grande serie e con l'uso di 
      candele speciali che fanno uso di metalli nobili come il platino , 
      l'iridio e palladio.
 
      In conclusione si può 
      affermare che la sovralimentazione è diventata ormai parte integrante dei 
      motori a ciclo Diesel, ma che probabilmente si assisterà ad un suo 
      utilizzo massiccio anche nei motori a ciclo Otto, ai fini di migliorarne 
      il rendimento e ridurne le emissioni inquinanti. 
       
        | 
    
      | Thank's to Fabrio e cuorialfisti.com |